Tag Archivio per: psicoanalisi

Sofia si svegliava ogni mattina con la stessa sensazione addosso: un peso indefinibile sul petto, un senso di torpore che la accompagnava mentre si trascinava fuori dal letto. La sua vita scorreva piatta, priva di emozioni vere, fatta di abitudini sempre uguali, di gesti ripetuti all’infinito. Era come se il tempo fosse sospeso, intrappolato in una routine che non le apparteneva più. Continua a leggere

Sei passi nel vuoto

Uno. Il respiro si spezza mentre chiudo la porta di casa. Il cuore galoppa, le mani sudano. Non c’è motivo, ma è lì. Sempre lì. Il petto si stringe, l’aria si accorcia. Cammino, ma sento di non toccare terra.

Due. Il supermercato è un labirinto. La luce al neon pulsa sulle tempie, la fila alla cassa è una trappola. Mi scivola il cellulare dalle mani, qualcuno mi guarda. Ora svengo, ora muoio. No, non muoio. Ma tremo.

Tre. La notte è un nemico. Il silenzio amplifica Continua a leggere

Simone si sveglia ogni mattina con un pensiero ossessivo nella testa. Ha chiuso la porta? Il dubbio lo attanaglia. Ha spento il gas?  Costringendolo a ripetere ogni azione più volte, un sintomo del disturbo ossessivo-compulsivo. Ha controllato il telefono?

Oggi, però, l’ansia si fa più intensa. Il pensiero si insinua sottopelle, più opprimente. “E se stessi impazzendo?”.

Si veste con la solita meticolosità, ma le mani tremano mentre abbottona la camicia. Le dita scorrono sui bottoni in cerca di conferme. Il battito accelera, la mente si riempie Continua a leggere

la colonna rotta

Marco entrò nello studio medico stringendo la cartellina con gli esami sotto il braccio. Da mesi conviveva con quel fastidio al petto, una morsa che compariva all’improvviso, soprattutto la sera, quando il silenzio prendeva il posto delle mille distrazioni della giornata.

«Allora, vediamo un po’…», disse il dottore sfogliando gli esami. Li controllò uno per uno con attenzione, accennando di tanto in tanto un piccolo cenno di assenso. Quando chiuse la cartellina, si tolse gli occhiali e lo guardò con un’espressione seria ma serena. Continua a leggere

Claudia si svegliò ancora una volta con la sensazione di essere intrappolata in un vortice che non riusciva a fermare. Ogni giorno sembrava portare con sé un nuovo conflitto interiore, un’onda travolgente di emozioni che la spingevano da un estremo all’altro. Si sentiva come se non avesse mai il controllo della sua vita, costantemente sopraffatta da stati d’animo che cambiavano da un momento all’altro, da un’allegria incontenibile alla tristezza più buia. I suoi rapporti, soprattutto quello con gli altri, si sgretolavano come castelli di sabbia: una parola di troppo, un silenzio non compreso, e tutto crollava.  Continua a leggere

Andrea sa esattamente cosa fare. Lo sa sempre. Gli altri sembrano impantanati nelle loro insicurezze, ma lui no. Ha imparato presto che nella vita contano la determinazione, il controllo, la capacità di adattarsi senza farsi coinvolgere troppo.

Eppure, ogni tanto, qualcosa si inceppa.

Quella sera, a cena con amici, ascolta le loro storie, ride nei momenti giusti, interviene con battute brillanti. Tutto fila liscio, finché qualcuno non gli chiede: “E tu come stai?”

Un attimo di vuoto. Una frazione di secondo in cui non trova la risposta. Non perché non voglia dirlo, ma perché davvero non lo sa.

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Oggi Luca si è svegliato con la sensazione di non essere del tutto reale. Si guarda le mani, muove le dita: ci sono, eppure sembrano distanti, come se appartenessero a qualcun altro. Il mondo intorno ha contorni incerti, come un dipinto su cui qualcuno ha passato le dita per sfumarne i dettagli.

In metropolitana, le voci attorno a lui sono un brusio confuso. Qualcuno ride, e per un istante è convinto che ridano di lui. Si volta di scatto, cercando lo sguardo di chi lo ha deriso, ma nessuno sembra accorgersi della sua presenza. Si sente contemporaneamente invisibile e troppo esposto, fragile come un vetro sul punto di incrinarsi. Continua a leggere

Il mio approccio psicoterapeutico fa riferimento alla psicoanalisi e al concetto di inconscio di Sigmund Freud.

Tra le molteplici teorie che hanno ampliato questo modello, ho adottato quello di matrice neokleiniana delle teorie della relazione d’oggetto, in particolare gli sviluppi di Wilfred R. Bion.

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