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Claudia si svegliò ancora una volta con la sensazione di essere intrappolata in un vortice che non riusciva a fermare. Ogni giorno sembrava portare con sé un nuovo conflitto interiore, un’onda travolgente di emozioni che la spingevano da un estremo all’altro. Si sentiva come se non avesse mai il controllo della sua vita, costantemente sopraffatta da stati d’animo che cambiavano da un momento all’altro, da un’allegria incontenibile alla tristezza più buia. I suoi rapporti, soprattutto quello con gli altri, si sgretolavano come castelli di sabbia: una parola di troppo, un silenzio non compreso, e tutto crollava.  Continua a leggere

Lo osservo mentre scorre lo schermo del cellulare con il pollice, come ipnotizzato. Il viso illuminato dalla luce fredda, gli occhi fissi su qualcosa che cambia troppo velocemente perché io possa capirlo. Video, immagini, forse messaggi. Ogni tanto sospira, poi chiude tutto di colpo e blocca lo schermo, come se si fosse improvvisamente stancato. Ma dopo pochi secondi lo riaccende e ricomincia.

Mi siedo accanto a lui sul divano. “Cosa guardi?”

“Niente.”

Solita risposta. Da mesi sembra che niente abbia più un nome, un colore, un sapore preciso. Niente amici, niente uscite, niente voglia di fare. Continua a leggere

La stanza senza porte

Ogni mattina apro gli occhi e mi aspetto di vederla comparire sulla soglia della mia stanza, come faceva sempre. Il silenzio è un vuoto che mi schiaccia il petto, un’assenza che mi segue ovunque, come un’ombra. Gli amici parlano, ridono, e io sorrido per non sembrare fuori posto, ma dentro sento solo una nebbia densa. Le notti sono ancora più pesanti; i ricordi si aggrovigliano e il sonno diventa un lusso che non mi concedo più.

Cerco di riempire le ore con mille attività, ma nulla sembra bastare. È come se fossi intrappolata in una stanza senza porte, con i muri che si avvicinano sempre di più. I suoi oggetti sono ancora lì, al loro posto, come se il tempo si fosse fermato, ma il mondo intorno continua a muoversi, incurante del mio dolore.

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